riferimenti scientifici della dermatite da calzature

Dal 1600 nel mondo occidentale si è convenuto che ogni affermazione debba essere sostenuta da prove scientifiche per poter essere ritenuta “ragionevolmente” vera e solo fino a che qualche nuova conoscenza non vanga a modificarne la “verità”

Cosa è dunque una affermazione scientifica? E’ la constatazione che qualcosa si ripete nel tempo date certe condizioni. Si ripete, quindi chiunque può constatare che tale fenomeno, alle condizioni date, avviene.

Quando si cerca la causa di una condizione morbosa (qualcosa che altera il naturale benessere del corpo) si deve seguire un percorso che è ben determinato. Nelle pubblicazioni scientifiche questo percorso è indicato all’inizio dell’articolo ed è in base a questo che un lavoro scientifico viene ritenuto più o meno valido.

Dagli anni ottanta del 1900 vi sono delle organizzazioni internazionali che raccolgono le evidenze (prove) scientifiche revisionando gli articoli pubblicati, dando loro un “voto”. La medicina ufficiale si basa su questi lavori e continuamente si interroga, con nuove ricerche, sulla bontà di quanto sta facendo. E’ partendo da queste evidenze che si introducono nuovi farmaci o si compiono atti chirurgici innovativi, ma anche si prendono decisioni legislative, cioè si scrivono nuove leggi sanitarie.

Vi presentiamo una piccola revisione della storia e delle evidenze attuali su quanto riguarda la dermatite da contatto dovuta alle calzature, portando a sostegno di quello che scriviamo gli articoli scientifici che abbiamo consultato.

Nella letteratura medica si trova una prima pubblicazione che attribuisce al cromo l’insorgenza di dermatite (infiammazione della pelle e del derma) nel 1931, negli Stati Uniti. Era dovuta al contenuto in cromo delle medagliette di riconoscimento dei militari. Quindi è stato il cromo contenuto nei manufatti in cemento a provocare malattie soprattutto professionali negli addetti (da qui una legislazione che ne limita l’uso). Solo in tempi relativamente più recenti si è data enfasi al suo ruolo nella dermatite da calzature che ha portato molte società scientifiche ad emanare linee guida e l’unione europea a legiferare ( con coraggio e contro il parere dei produttori). Dal 1 maggio 2015 le pelli conciate non devono contenere più di 3 parti per milione di cromo esavalente.

Siamo tuttavia coscienti che nel nostro mondo, con l’attuale commercio globalizzato, nessuna autorità è in grado di controllare in modo capillare che vi sia il rispetto delle normative. Sostanze allergizzanti proibite come ad esempio il dimetilfumarato (vedi  1  e 2 ) (che è un prodotto antimuffa che è stato proibito in Europa ma che continua ad essere usato altrove)  si possono continuare a trovare nei beni prodotti nei paesi dove non vi sono controlli sanitari. Sostanze come il colofonio (un agente collante) si trovano in molti prodotti.

Per il benessere del piede dobbiamo anche considerare che i materiali sintetici favoriscono la cosiddetta “dermatite da macerazione” (provocata dalle calzature che non consentono la evaporazione del sudore) che, oltre al fastidio che provoca, favorisce la penetrazione nel nostro organismo delle sostanze potenzialmente allergizzanti, cosa normalmente più difficile se la cute è integra

L’unica strada per cercare di evitare il contatto con prodotti dannosi ai nostri piedi è quella di preferire scarpe prodotte in paesi dove esiste ancora un certo controllo sanitario, con materiali naturali che non contengano prodotti chimici sensibilizzanti (che possono provocare allergie – dermatite da contatto).

La risposta può essere una scarpa prodotta artigianalmente in Italia con pelle e cuoio a concia al vegetale.